Dove si trovano i geni della felicità?

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I ricercatori hanno finalmente trovato le varianti genetiche di alcune espressioni emotive: si tratta di uno dei più grandi studi mai pubblicati sui geni coinvolti nel comportamento umano

Potremmo chiamarla «scienza delle emozioni» la disciplina sulla quale si sono concentrati gli scienziati di un team internazionale (190 ricercatori, 140 centri di ricerca, 17 Paesi) che ha analizzato i dati genomici di un enorme gruppo di persone (più di 298.000), al fine di trovare varianti genetiche associate con i nostri sentimenti di benessere, depressione e nevrosi. 

A quanto hanno rivelato i ricercatori, si è scoperto che queste varianti geniche si esprimono principalmente nel sistema nervoso centrale, nei tessuti surrenali e nel pancreas.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature genetics, ha riunito i dati provenienti da molti altri studi e ha usato strumenti statistici avanzati per analizzarli. Ricerche precedenti avevano suggerito che le differenze individuali nel rapporto con la felicità e con il benessere potevano essere collegate a una questione genetica e infatti vi era stato – e vi è – un crescente interesse per l’argomento. Scoprire dunque che il benessere è un fattore sia mentale che di salute fisica, vuole per caso dire che possiamo essere felici solo se siamo predisposti ad esserlo? No, non esattamente.

Quello che gli scienziati hanno segnalato è il posizionamento di tre varianti geniche associate con il benessere soggettivo: hanno trovato due geni che ospitano le varianti associate con sintomi depressivi e 11 geni in cui la variazione è stata associata con la nevrosi. Quindi il collegamento esiste, ma non si esaurisce tutto nella genetica: la felicità delle persone non può dipendere solo da questo. A determinare la maniera in cui le persone pensano e sentono la propria vita contribuisce anche l’ambiente, per esempio, e come esso interagisce con i geni. E comunque: il cervello rimane la macchina più complessa che l’umanità abbia mai incontrato. 

I ricercatori sperano che questi risultati, contribuendo a chiarire il quadro di ciò che provoca le differenze nella felicità, aiutino anche a offrire nuove intuizioni per quanto riguarda una (presunta) predisposizione biologica alla depressione. Loro definiscono rivoluzionaria questa scoperta e ricordano che è solo l’inizio: sapere dove sono queste varianti geniche è una frazione del molto che è in attesa di essere scoperto.

 

 

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