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Un batterio che può produrre energia

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Grazie ad una modificazione genetica, è stato sviluppato un microrganismo unicellulare capace di inalare anidride carbonica per trasformarla in energia

Daniel G. Nocera, professore di Energia alla Harvard University, ha iniziato a lavorare sui batteri perché voleva fargli raggiungere un livello significativo di efficienza nella conversione energetica che gli facesse superare quello delle piante. 

Durante il suo lavoro – che va avanti da circa cinque anni, ma solo nell’ultimo anno e mezzo si è concentrato sulla tipologia di processo che lo ha portato a questi risultati – è riuscito a creare un batterio geneticamente modificato che potesse assorbire l’idrogeno e l’anidride carbonica per convertirli in un combustibile in forma di alcool. Qualche settimana fa, ha finalmente annunciato di essere riuscito nell’intento di aumentare l’efficienza di conversione dei suoi batteri che, ormai, ha superato di ben 10 volte quella delle piante.

Questi microrganismi unicellulari geneticamente modificati sono in grado di produrre in maniera assolutamente diretta composti alcolici come isopropanolo, isobutanolo e isopentano, a partire dall’idrogeno proveniente dalla scissione dell’acqua e dalla CO2 proveniente dall’inalazione dell’aria: quello che fanno i Ralstonia Eutropha – così si chiamano questi batteri – è convertire queste due componenti in adenosina trifosfato (ATP) e, mediante l’inserimento di alcuni geni, trasformare l’ATP in uno di questi combustibili in forma di alcool.

Le applicazioni pratiche di questi batteri sono praticamente illimitate e, anche se è probabile che questi organismi non riusciranno a risolvere il nostro problema di anidride carbonica in eccesso, di certo potrebbero aiutarci a preservare i nostri combustibili fossili.

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Batteri, energia, scienza

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