Richard Branson: energie rinnovabili danneggiate dal crollo del prezzo del petrolio

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C’è un piano degli Sceicchi per arrestare l’energia rinnovabile? Secondo il fondatore di Virgin sì

L’allarme di Branson sul crollo del prezzo del petrolio

La diminuzione del prezzo del petrolio potrebbe danneggiare lo sviluppo delle energie rinnovabili secondo Richard Branson, il noto imprenditore fondatore del gruppo Virgin.

L’Arabia Saudita, spiega il magnate inglese, sta spingendo in basso il prezzo del petrolio per indebolire le rinnovabili e danneggiare anche il il fracking (la fratturazione idraulica, una tecnica controversa per estrarre petrolio dalle rocce del sottosuolo).

Gli sceicchi quindi punterebbero a porre un freno alla crescita dell’energia verde rendendo il petrolio più competitivo sui mercati.

Una carbon tax per difendere le energie rinnovabili

Branson ha spieghato al Guardian che questo sarebbe il momento perfetto per introdurre una ‘carbon tax’: il costo verrebbe comunque ammortizzato dalla caduta del prezzo del petrolio. È un suggerimento ai governi, nemmeno tanto velato, in vista della conferenza sul clima di Parigi che si terrà il prossimo anno. 

Il messaggio è chiaro: se vogliamo rinforzare la crescita delle energie rinnovabili è importante mantenere una distanza competitiva tra esse e il petrolio o il carbone.

Secondo Richard Branson, la crescita esponenziale delle energie rinnovabili ha danneggiato i paesi produttori di petrolio: ‘prima che il prezzo del petrolio crollasse, il solare era veramente più economico. Se il petrolio scende a 30 o 40 dollari al barile sarà più difficile la vita per le energie rinnovabili’.

a.po

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Arabia Saudita, energie rinnovabili, Richard Branson, Virgin

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