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I chimici canadesi usano le vitamine nelle batterie al litio

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Una nuova batteria immagazzina energia in un catodo derivato dalle vitamine

I chimici dell’Università di Toronto hanno sviluppato una nuova batteria molto più economica e più rispettosa dell’ambiente rispetto alle tradizionali batterie a base di litio, ma con prestazioni simili. Si tratta di una batteria che utilizza un catodo derivato dalle vitamine per l’immagazzinamento dell’energia. Questa innovazione segna una prima volta nel campo delle applicazioni di successo di un polimero bio-derivato alla tecnologia della batteria – un risultato che potrebbe sbloccare un nuovo percorso per il futuro dell’accumulo dell’energia.

In pratica, la flavina derivata dalla vitamina B2 opera in questa batteria come catodo, che è la parte dove l’energia viene immagazzinata quando la batteria è collegata ad un dispositivo elettronico.

Quando si guarda alla natura per cercare soluzioni migliori si raggiungono sempre traguardi importanti e anche questa volta la biomimetica ha fatto il suo lavoro, regalando al team di studiosi – che ha dovuto cercare un bel po’ prima di trovare molecole complesse da poter utilizzare – una buona base per costruire una batteria migliore.
Proprio l’essere riusciti a trovare in natura una ricercata parte complessa ha fatto sì che si sia potuta creare questa batteria che, oltre ad essere rispettosa dell’ambiente, è anche più facile da fare rispetto alle tradizionali batterie agli ioni di litio.
Dopo molti tentativi e molti errori, la squadra di chimici ha creato correttamente un nuovo materiale dalla vitamina B2 che, iniziando con funghi geneticamente modificati, è riuscito a collegare, attraverso un processo semi-sintetico, due flavine per creare una molecola a catena lunga, ovvero il polimero bio-derivato che ha reso possibile la creazione di una batteria verde che ha sia alta capacità che alta tensione – entrambi elementi chiave per l’esecuzione di tutti i dispositivi elettronici portatili che fanno parte della nostra vita.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Advanced Functional Materials.

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