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Brutto ma buono: salviamo tutto il cibo

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Una petizione per chiedere a Whole Foods e Wal-mart di iniziare a vendere i prodotti brutti invece di buttarli via

 

 

La discriminazione esiste in così tante e diversificate forme che è arrivata a colpire perfino la frutta e la verdura. Negli Stati Uniti, gli standard estetici per la vendita dei prodotti sono così elevati che il 26% della frutta e della verdura disponibile viene scartato perché non soddisfa i parametri necessari. Ovviamente, questo modo di fare è privo di senso perché i prodotti imperfetti sono nutrienti e gustosi quanto gli altri.

L’anno scorso, era stata proprio una catena di supermercati (i francesi Intermarché) a lanciare una campagna per i prodotti «brutti», mentre questa volta è stato il sito End Food Waste, creato e gestito dall’attivista Jordan Figueiredo, a muoversi. A seguito di una campagna social di sensibilizzazione –Ugly Fruit and Veg, è partita una petizione per ottenere dalle catene Whole Foods e Wal-Mart un cambiamento nella loro politica antiquata riguardo all’estetica di carote, patate, melanzane, pesche e quant’altro; cambiamento che, oltre a limitare lo spreco di cibo in un mondo in cui ce n’è tanta carenza, potrebbe fargli risparmiare un mucchio di soldi.

 

La proposta è di lanciare campagne pubblicitarie divertenti per sensibilizzare le persone alla «bruttezza» degli alimenti e vendere i prodotti che non rispettano gli standard estetici con uno sconto del 30-50%. In questo modo si combattono la diseducazione alimentare, ma anche la malnutrizione e la fame. Speriamo bene.

ec 

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cibo, cibo brutto, frutta, verdura

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