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Cosa sta succedendo al nostro pianeta?

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Il report dell’IPCC ci racconta lo stato degli oceani, del ghiaccio polare e della crisi climatica

Il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), che è l’organismo responsabile della comunicazione sul deterioramento dello stato del nostro clima, ha riconosciuto ufficialmente la situazione degli oceani come una componente critica nella crisi indotta dai cambiamenti climatici. Come è noto, il riscaldamento globale e il conseguente aumento delle temperature oceaniche stanno sciogliendo le calotte glaciali e i ghiacciai e stanno contribuendo all’innalzamento del livello del mare. Inoltre, le acque calde influenzano i livelli di ossigeno nell’oceano e man mano che questi fenomeni accelerano verso un punto di non ritorno, gli ecosistemi della natura vengono sconvolti e si arriverà al punto in cui anche la società umana ne risentirà.

Il rapporto, che si intitola Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate, si basa su quasi 7.000 articoli di ricerca e segna una pietra miliare per tutte le discussioni e i dibattiti che verranno. Quello che dice, in sostanza, è che se le cose rimangono come sono ora, lo sconvolgimento ecologico è imminente.

I nostri oceani, infatti, oltre ad ospitare un habitat importante a cui molti esseri viventi, inclusi gli umani, si affidano per il cibo e il sostentamento, assorbono anche collettivamente più di un quarto dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo e oltre il 90% del calore generato dalle emissioni di gas serra, fornendo contemporaneamente metà dell’ossigeno creato sul nostro pianeta. Svolgono, insomma, un ruolo significativo nella regolazione climatica globale.

Il fatto che essi siano colpiti da questa crisi climatica e che abbiano aumentato le loro temperature, fa sì che abbiano meno possibilità di trattenere l’ossigeno, portando alla successiva acidificazione dell’oceano. Inoltre, le acque più calde imbiancano le barriere coralline e comportano un aumento delle complicazioni nella chimica dell’acqua, in modo che sia le fioriture batteriche che quelle algali diventino più comuni. La biodiversità marina ne risente, la pesca ne risente e le estinzioni di massa diventano inevitabili.

 

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