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Gheppi e agricoltori

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Usare i predatori per proteggere le colture aumenta il profitto e conserva la fauna selvatica

Gli agricoltori del Michigan nord-occidentale hanno attirato piccoli falchetti nelle loro fattorie per combattere naturalmente i parassiti e proteggere i raccolti, riducendo la dipendenza da veleni e pesticidi.

Dal 1990 gli agricoltori del posto hanno usato i gheppi, alcuni cugini dei falchi molto presenti negli Stati Uniti, per gestire insetti fastidiosi, roditori e altre creature che mettono a rischio le colture, soprattutto le ciliegie. Queste sono molto amate dai turisti, dai bambini, ma anche dai moscerini della frutta, dalle cavallette e dagli uccelli.

Gli agricoltori hanno fatto di tutto per cacciarli via, utilizzando perfino cannoni a propano. E qui ci mette la zampina il gheppio. Grazie al suo intervento, i contadini hanno potuto arginare il problema, partecipando, tra l’altro, alla reintroduzione di questo animale endemico, che nel tempo era stato decimato.

I ricercatori della Michigan State University non si sono accontentati di questo successo: hanno studiato come utilizzare altri vertebrati che si nutrono di parassiti, come i pipistrelli. Il loro intervento potrebbe aumentare ulteriormente i profitti degli agricoltori, riducendo l’uso nocivo di pesticidi.

Se siete in Italia e vi capita di trovare un rapace (o un altro uccello selvatico) in difficoltà, sapete a chi dovete rivolgervi? Al Centro di recupero della fauna selvatica della Lipu.

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agricoltura, falchi, gheppi, pesticidi

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