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Fermare le fabbriche per ridurre la contaminazione dell’aria

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In Cina, per combattere i crescenti livelli di inquinamento sono state chiuse il 40% delle fabbriche per un periodo di tempo

Come fermare l’inquinamento industriale in Cina? Secondo quanto riferito dai giornali, gli ispettori del Ministero dell’Ambiente del paese hanno sanzionato e inviato reprimende ai funzionari di oltre 80.000 fabbriche di 10 province nell’ultimo anno per poi prendere provvedimenti: una stima indica che circa il 40% delle fabbriche cinesi sono state almeno temporaneamente chiuse.

Mentre venivano effettuate le ispezioni a sorpresa, tutte le aree industriali venivano chiuse per brevi periodi; inoltre sono stati tagliati gas ed elettricità per scoprire quali aziende stavano rispettando le leggi ambientali del paese e quali no. Come conseguenza, alcune aziende hanno dovuto spostare la loro intera catena di produzione in Bangladesh o in India per tenere il passo con gli ordini. Insomma, una repressione che non si era mai vista, negli ultimi 20 anni.

L’avvocato ambientale di Shanghai, Peter Corne, ha detto che le emissioni sono ora monitorate in tempo reale e le tasse vengono incredibilmente aumentate per le fabbriche che scaricano più di quanto consentito dalla legge. Di fatto, quindi, la repressione non viene attuata dal Ministero dell’Ambiente – che si occupa solo del monitoraggio – ma dall’ufficio fiscale: una dinamica molto importante, a quanto ha riferito Corne a NPR, perché gli uffici fiscali del paese sono sostenuti da leggi rigorose che permettono un’applicazione seria ed aggressiva.

Chiaramente questi blocchi potrebbero avere delle conseguenze anche per noi, per tutto il mondo, perché coloro che acquistano da quelle fabbriche potrebbero risentire di prezzi più elevati, ma sinceramente, se la causa è quella di tentare di ridurre l’inquinamento in Cina, è un prezzo che si dovrebbe pagare molto volentieri.

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Cina, inquinamento

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