Il caffè da asporto è un danno per l’ambiente. Meglio lo stile italiano

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Ecco perché è un bene anche per l’ambiente bere il caffè espresso come facciamo in Italia

Nei film americani, vediamo sempre i protagonisti che trangugiano il caffè al parco o mentre camminano: vanno in un negozio da asporto, ordinano un caffè e poi se lo portano in giro in una tazza usa e getta coperta da un tappo di plastica. Se buttiamo l’occhio al di là del bel senso cinematografico di tutte quelle scene ci rendiamo conto che quelle tazze, quei caffè, provocano un danno ambientale di notevole importanza. 

Sono milioni e milioni le tazze di questo tipo che vengono distribuite ogni anno, usate per pochi minuti e poi buttate via: una fonte straordinaria di rifiuti visto che sono molto difficili da riciclare – pochissimi impianti hanno la capacità di separare la coppa dal rivestimento (nel Regno Unito, per esempio, secondo The Independent solo una tazza su 400 viene riciclata). Perfino nel caso di tazze biodegradabili o compostabili, a quanto dicono molte ricerche, non si elimina il problema perché molto spesso non scompaiono totalmente e vanno a inserirsi nel regno delle «microplastiche» che la pioggia trasporta verso le acque fino ad impattare in maniera terribile sugli ecosistemi marini.
La maniera in cui noi prendiamo il caffè potrebbe essere la soluzione a questo problema: in Italia, il caffè viene consumato, in piedi o seduti, in tazze espresse di ceramica – o vetro – che vengono servite all’interno del bar, con una creazione minima di rifiuti.
Costano poco, non vengono riempite di sciroppi zuccherati, aromi o panna montana – al massimo un po’ di latte o un piccolo cucchiaio di zucchero – e portano alla convivialità con la gente che si incontra per caso: una transizione rapida, molto più sana delle altre ed economica, che dona la quantità di caffeina desiderata senza creare nessun danno all’ambiente.

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