Matteoli a Il Sole 24 ore: come crescono le infrastrutture in Italia, da Nord a Sud

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Speciale de Il Sole 24 Ore di oggi sul Pon Reti e Mobilità, in un’intervista al quotidiano economico milanese Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture fa il punto sullo svolgimento delle grandi opere in Italia, da Nord a Sud, da Milano a Reggio Calabria

Riportiamo l’ Intervista al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, on. Altero Matteoli, pubblicata su Il Sole 24 Ore di oggi, nello speciale dedicato al Pon Reti e Mobilità di cui si parlerà oggi pomeriggio al Meeting di Rimini (ore 15 – Sala Mimosa B6. Fiera di Rimini)

  1. Il Cipe dello scorso 3 agosto ha dato il via libera al Piano per il Sud e ha approvato il progetto preliminare della Tav Torino-Lione, i progetti definitivi della Tangenziale esterna di Milano (Tem), del collegamento ferroviario Orte-Falconara con la linea adriatica e l’adeguamento della strada statale calabrese 534 come raccordo autostradale. Complessivamente si tratta di investimenti infrastrutturali per circa 9 miliardi di euro, che danno un impulso significativo allo sviluppo del sistema dei trasporti nazionale. Quali sono le novità più rilevanti soprattutto per le regioni del sud d’Italia?

Le novità più rilevanti vanno ricercate, innanzitutto nello sblocco dei Fondi PAR, che per la prima volta nel nostro Paese ha visto le Regioni del Mezzogiorno convinte nel destinare circa il 50% dei fondi di competenza regionali alla realizzazione di infrastrutture. Questo risultato è stato raggiunto grazie ad un intenso lavoro tra le Regioni del Mezzogiorno, il Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Dicastero per i Rapporti con le Regioni. Nel Piano, infatti, ci sono opere di interesse locale ma anche opere di valenza nazionale e sovranazionale come gli assi ferroviari Napoli – Bari, Battipaglia – Reggio Calabria o gli assi stradali Termoli – San Vittore, Salerno – Reggio Calabria e la strada statale Ionica.

  1. L’Italia negli ultimi anni ha realizzato importanti interventi per l’alta velocità ferroviaria e rispetto a un passato anche recente bisogna considerare un successo che la tratta Napoli-Milano possa oggi essere percorsa in circa 4,5 ore. Il sud appare, però, ancora penalizzato, soprattutto se si guarda a realtà come quella siciliana. Come state intervenendo per ridurre questi squilibri?

Sin dall’insediamento al Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ho chiesto alle Ferrovie dello Stato di dare avvio concreto sia alla fase progettuale, sia a quella realizzativa degli interventi per la realizzazione di una rete ad alta velocità nel Mezzogiorno. Sono, infatti, sempre stato convinto che non possono crescere le realtà territoriali del Mezzogiorno senza un assetto infrastrutturale omogeneo all’intera rete nazionale. Ebbene, le decisioni assunte dal CIPE il 3 agosto scorso sono finalizzate alla realizzazione di tre interventi nel comparto ferroviario coerenti con tale finalità, quali la velocizzazione dell’asse Battipaglia – Reggio Calabria, l’asse Napoli – Bari e Palermo – Catania. Voglio, inoltre, ricordare che il Governo in questa Legislatura ha destinato oltre il 38% degli investimenti nel Sud; fino al 2002 la soglia non superava l’8%

  1. La realizzazione delle grandi opere è una delle priorità evidenziate dal Governo e dal suo Ministero fin dall’insediamento. Ci può dire come procedono i lavori per queste infrastrutture di interesse strategico nazionale?

Intanto due macro dati: dal 1985 al 2001 gli investimenti pubblici per grandi infrastrutture erano stati pari a 7 miliardi di €, dal 2002 ad oggi sono stati appaltati, cantierati e in alcuni casi completati interventi per oltre 72 miliardi di €. Se entriamo nel merito delle singole opere scopriamo che molte di grande rilevanza strategica o sono state completate o sono in avanzata fase di realizzazione come:

    • Il passante di Mestre, già da tempo aperto al traffico;

    • La BreBeMi in fase di realizzazione con un avanzamento al 23%;

    • Il Mo.SE. in fase di realizzazione con un avanzamento al 65 %;

    • La Variante di Valico Autostradale nel tratto Firenze – Bologna in fase di ultimazione;

    • La terza corsia del raccordo anulare di Roma, già da tempo aperto al traffico;

    • La rete metropolitana di Roma in fase di realizzazione con un avanzamento al 55 %;

    • L’asse autostradale Salerno – Reggio Calabria, entro il 2013 saranno completati 383 Km su 433 Km. Già oggi sono aperti al traffico oltre 200 Km;

    • L’asse autostradale Siracusa – Catania già da tempo aperto al traffico;

    • L’asse autostradale Palermo – Messina già da tempo aperto al traffico;

A tali opere vanno aggiunte quelle relative alle metropolitane di Napoli, di Milano, di Brescia, di Torino, all’asse autostradale Tirrenico, al Terzo Valico dei Giovi, all’alta velocità Brescia – Treviglio, alla Pontina, al Quadrilatero Umbria Marche, alla CISA, alla Pontremolese, alla Ionica, ecc.

  1. Recenti analisi mostrano come, nonostante la crisi, il trasporto via mare mostri un importante trend di crescita in Italia. Uno sviluppo che è fondamentale supportare con interventi infrastrutturali. Quali sono i principali progetti attivati, soprattutto per gli scali interessati dalle Autostrade del Mare. E quale la strategia in un mercato che, soprattutto per i terminal meridionali, vede la forte concorrenza degli “emergenti” competitor nordafricani?

La crescita della movimentazione portuale, anche in presenza di una forte crisi mondiale, rappresenta non solo un dato positivo per la nostra economia ma anche uno stimolo per il Governo e per il Parlamento nel portare a termine la riforma dell’intera offerta portuale che può davvero amplificare, in modo incisivo, la nostra rendita di posizione nel bacino del Mediterraneo. La riforma è all’esame del Senato e spero che presto possa essere licenziata per passare all’esame della Camera. Devo, però, ricordare che contestualmente stiamo perseguendo la fluidificazione dell’ultimo miglio ed il rafforzamento delle autostrade del mare. Su questi due punti non posso non sottolineare l’impegno del Governo nel dare attuazione al Terzo Valico dei Giovi, un intervento che consente l’interazione tra il sistema portuale ligure e l’intero retro porto nazionale e comunitario, all’asse autostradale Tirrenico (Livorno – Civitavecchia – Roma – Latina) vero corridoio di supporto alla portualità tirrenica, all’asse autostradale Salerno – Reggio Calabria che rappresenta un supporto forte per il porto di Salerno e di Gioia Tauro, al completamento degli assi stradali e ferroviari di accesso al porto di Taranto, assi che rendono l’HUB di Taranto più competitivo.

  1. Con il Pon Reti e Mobilità si sta intervenendo sulla retroportualità di Gioia Tauro, soprattutto per garantire allo scalo calabrese efficienti collegamenti con la rete ferroviaria. Crede che questa sia la strada per garantire un nuovo sviluppo al primo terminal di transhipment del Mezzogiorno, che più di altri ha sofferto in questi anni di crisi economica?

Un’offerta retro portuale efficiente è la condizione obbligata per avviare davvero la crescita del sistema portuale nazionale. Quello che nel mese di luglio si è concordato con la Regione Calabria, con i Sindacati, con i Dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo Economico sul porto di Gioia Tauro testimonia la volontà del Governo a dare più forza sia alla realizzazione di una piastra logistica strettamente integrata con il porto, sia ad una rete stradale e ferroviaria sempre più funzionale alle esigenze della domanda di trasporto portuale.

  1. Il Pon Reti e Mobilità, destinando oltre il 70% delle risorse a progetti ferroviari, marittimi e interportuali, sta intervenendo per decongestionare la rete stradale e sviluppare un sistema di trasporto intermodale. Ritiene che questo sia sufficiente per sostenere lo sviluppo del comparto della logistica e per “sfruttare” a pieno la posizione da sempre ritenuta strategica del Mezzogiorno d’Italia nel sistema di trasporto euro-mediterraneo?

Il PON Reti e Mobilità ha garantito adeguate risorse per il rilancio degli impianti portuali del Mezzogiorno, tuttavia ritengo che bisognerà sempre più coinvolgere in tali operazioni le Regioni. Quanto deciso dal CIPE nella seduta del 3 agosto scorso con il Piano del Sud credo rappresenti una vera rivoluzione copernicana: abbiamo finalmente deciso, insieme, di dare attuazione ad una rete infrastrutturale capace di fornire ai porti una retroportualità efficace ed efficiente.

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