Speciale Biomasse legnose. Pellet e cippato come fonti di energia

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Pellet e cippato sono le biomasse legnose più diffuse ed economiche, prodotte prevalentemente con gli scarti derivanti dalla lavorazione del legno

L’impiego termico delle biomasse legnose costituisce in Italia una fonte di energia rinnovabile e pulita, utile a rispettare gli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra, coerentemente con gli obiettivi fissati dalla Strategia Europa 2020 e dal Pan nazionale.

Nel nostro Paese esistono attualmente, diverse tecnologie termiche, moderne ed efficienti, in grado di sfruttare, oltre alla tradizionale legna da ardere, una grande varietà di ‘elementi legnosi’ disponibili sul mercato dei combustibili a prezzi competitivi.

Tra le biomasse legnose, i materiali più diffusi ed economici, sono il pellet e il cippato, prodotti prevalentemente con gli scarti derivanti dalla lavorazione del legno (e quindi senza la necessità di abbattere nuovi alberi per il riscaldamento).

Il pellet è un combustibile densificato, ricavato principalmente dagli scarti di segheria (segatura essiccata e trucioli). Attraverso un processo industriale, gli scarti utilizzati vengono compressi e trasformati in piccoli cilindri con un diametro di alcuni millimetri, (tipicamente da 6 a 8 mm). Grazie a questa ‘pressatura’, il ‘potenziale energetico’ del pellet è, all’interno dei generatori di calore di un moderno apparecchio termico a biomassa, decisamente superiore (circa il doppio) rispetto a quello del legno tradizionale. Il consumo di pellet come combustibile, non solo comporta un vantaggio ecologico per l’ambiente (grazie all’utilizzo di efficienti tecnologie termiche a basse emissioni di CO2 in atmosfera), ma anche un considerevole risparmio economico visto che, a parità di calore prodotto, esso ha costi nettamente inferiori rispetto ad altre fonti fossili (come petrolio, gas, metano, etc.).

Biomasse legnose._Pellet

 

Il cippato invece (che deriva dall’inglese ‘chip’ ossia ‘scaglia’), è un prodotto ottenuto sminuzzando il legno in scaglie con dimensioni e spessore variabili da alcuni millimetri ad un paio di centimetri. Diversi tipi di legno (di solito tronchi e ramaglie) prodotti dagli scarti di lavorazioni agricole e forestali (o da colture dedicate) vengono quindi ridotti in ‘scaglie’ attraverso l’utilizzo di ‘macchine cippatrici’.

 

Biomasse legnose._cippato

Così come il pellet, l’impiego del cippato a ‘fini termici’, utilizzato sia per alimentare impianti di piccola taglia (come ad es. le caldaie) che di grandi dimensioni (ad es. impianti di cogenerazione e teleriscaldamento), contribuisce ad un notevole risparmio economico e ad un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica. Rispetto al pellet però, il cippato ha un “potenziale energetico” minore, poiché contiene un tasso di umidità maggiore (tenore idrico). Il tenore idrico infatti, (ossia la quantità d’acqua contenuta in un’unità di biomassa) influenza direttamente il completamento del processo di combustione all’interno dei generatori di calore di un apparecchio termico a biomassa, (più è alto il tenore idrico, più tempo occorrerà alla biomassa per trasformarsi in energia).

 (gc)

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